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Il difficile cammino dell'integrazione, l'abbandono della patria e il distacco dalle proprie radici sono al centro di questo romanzo che si sviluppa con la freschezza di un diario e narra la storia di una famiglia di migranti attraverso la voce e lo sguardo della protagonista, prima bambina e poi ragazza. Una realtà fatta di partenze e ritorni, di telefonate a un papà che ha lasciato il Marocco per "il paese più lontano del mondo", quell'Italia da dove porta vestiti e giocattoli per i suoi figli. Quando anche il resto della famiglia si trasferirà al Nord di quel paese lontanissimo per ricongiungersi al capofamiglia, per la protagonista e per i suoi cari comincerà la sfida di integrarsi in un contesto segnato da modi di vivere e usanze molto diversi, facendo i conti con la nostalgia per il paese d'origine. Una scrittura semplice e spontanea per una storia che affonda nel cuore della nostra epoca e racconta senza ipocrisia le contraddizioni ma anche la ricchezza umana di una società in cui convivono popoli diversi.