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E se fosse uno sguardo (o una pacca sulla spalla, un'intonazione più attraente) a rafforzare l'apprendimento e il coinvolgimento cognitivo dei nostri alunni? E se un difetto di postura, una gestione sciatta del nostro corpo (anche del nostro abbigliamento), un modo poco espressivo di impartire una lezione si traducessero pericolosamente in disaffezione-distanza-indifferenza? E se tutto ciò infine - questa volta però da parte dei nostri alunni: un loro sguardo spento, un loro equilibrio fisico precario, una loro monotonia vocale - fosse un segnale per comunicarci un disagio, una patologia, una impossibilità? "Didattica della comunicazione non verbale e verbale" si impegna a connettere tali differenti tensioni: illustrando le strategie più innovative di gestione - nella classe - dei meccanismi preverbali e non verbali; valorizzando il rapporto tra fonetica, ortografia e sintassi; spiegando come respirare e impostare la voce e, consequenzialmente, migliorare la lettura, il dialogo e l'interazione con gli alunni. Un invito a padroneggiare una didattica (anche) espressiva, affettiva, onnilaterale.