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Sono sfrecciati sotto i suoi occhi, Silvia e quell'africano che non parla l'italiano ma si vede che si fa capire bene quando vuole. Silvia, la sua Silvia, che mangia i nachos a bocca aperta. Lei che gli aveva promesso amore eterno, su quella Lancia Delta integrale rossa a ottanta all'ora, sotto il suo naso. E per lui è come morire. Tramortito, battuto, la rabbia callosa sotto il sole di settembre e il coma metabolico che lo trascinano in letargo per sei mesi. È primavera quando resuscita, e sono cambiate molte cose. Ma la vita, comunque, ricomincia, e accanto a lui gli amici di sempre, José Lamorte, Yoshi Pan, Wolfango detto Wolf, Enzo Kaitamaki, Giampaolo Dellamore, il calcio, i popcorn, le spade laser, Texas Hold'em con le banconote del Monopoli. E mille peripezie e traversie, un pirata della strada, un viaggio a Pechino, gli zombie, i vampiri trans, un videocitofono parlante, Chuck Norris, Bobonsky e la sua Chesterfield, il Carabiniere Pancione, le sopracciglia di Hugh Grant, ma niente, niente al mondo può togliergli dalla testa Silvia, i suoi occhi densi color cioccolato. È un chiodo fisso e un martello inarrestabile. Arriva l'estate e lui la riconquista, e insieme conquistano Roma tutta: Monteverde e il sottobosco di Trastevere, il garam masala del Mercato Esquilino e i cedri dell'Atlante di villa Boghese, la rive gauche e la rive droite. Ma la resa dei conti piomba all'improvviso.