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La poesia di Gèzim Hajdari appartiene di diritto a quella che ormai si suole chiamare poesia "dell'esilio". Nasce dunque da un ceppo che ha dato origine, soprattutto nell'età moderna, a straordinarie figure e metafore della condizione umana. Si tratta di un corpus la cui tradizione è data dallo sradicamento da ogni tradizione, l'identità dal confronto con elementi in cui non ci si può riconoscere, la sua forza da una rabbia politica che non concede compromessi, la meta dal ricordo di una patria che si vorrebbe ma non si può dimenticare.