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In una primavera milanese di qualche tempo fa, tra turisti colombi e noia, prende avvio e si snoda questa storia d'amore casuale e trasgressiva tra un maturo e affascinante professore universitario di filosofia e una giovanissima modella, di una rara bellezza. Tra i due, oltre alle movenze di una sessualità spinta all'estremo limite, con lentezza si insinuano inesorabili flashback di due giovinezze in diverso modo segnate: breve più del dovuto quella della modella; offuscata da un passato ancestrale, dominato a tratti da una materialità feroce, quella del professore. Le prime pagine del libro hanno le movenze e il ritmo di un incalzante racconto-poesia e sono, nella loro concatenazione di eventi, l'antefatto della vicenda. Solo nel suo dipanarsi la storia, che può anche leggersi come storia di una patologia, assume una inconfutabile fisionomia e ciò in virtù di una prosa sempre vigile, a volte serrata, senza respiro, fortemente evocativa e tale da trasfigurare lo stesso dato erotico del romanzo. Il protagonista, alla fine di una tormentata catarsi, si ritrova al punto di partenza. Dall'ambrosia all'ambrosia.