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Nel cuore dell'insula un rudere irriconoscibile è quanto resta dell'Oratorio della Peste. Nella sua cripta si diceva che alcuni nobili e civili della città, fedeli soprattutto a se stessi e alla Terra d'Otranto, nascondessero dei documenti, memorie e appunti. Vi si può accedere con grandissima difficoltà superando l'intreccio di felci. Ebbene, nel fondo della cripta, ben protetta nella sacca di una sella di fattura inglese ma di cuoio spagnolo, ha dormito per tre secoli e mezzo uno scartafaccio. Parrebbe una sorta di cronaca se un singolare andamento dello scritto non alludesse più a qualcosa da ascoltare sulle piazze e nei teatri. Voci che si rincorrono in forma d'oratorio con parole vergate da una stessa mano che si direbbe femminile.