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In età moderna l'universo delle utopie e delle distopie, nelle sue multiformi declinazioni, è entrato a far parte dell'immaginario comune occupando - fra XVI e XXI secolo - un posto di particolare rilievo nella letteratura (filosofica, giuridica e politica), nelle arti e nella cinematografia. Racchiuse, per definizione, in non-luoghi (sospesi in tempi e spazi artificiali) ma costruite in modo da renderle credibili nella promessa di palingenesi o nel monito apocalittico proposti, utopie, distopie e ucronie individuano la forma archetipica di un ideale sociale, calata in un contesto 'altro' o 'alterato'. Si elaborano così regole (giuridiche) nuove per equilibri comunitari rinnovati o quali antidoti alla deriva dispotica, totalitaria o nichilistica dei sistemi politici vigenti, in risposta ad una domanda innata di felicità che cerca incessantemente la propria realizzazione storica.