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Principi e clausole generali hanno condiviso molteplici vicende, per lo più in controversie di natura ermeneutica. La storia interviene a illuminare la teoria, collegando distinzioni e indistinzioni tra principi e clausole nello sviluppo della complessità sociale. La vaghezza giuridica non è un dato intrinseco, ma funzione del contesto applicativo. I problemi contemporanei di regolazione portano all'applicazione dei principi, luoghi di elaborazione discorsiva della pluralità. Si delinea, in particolare nella dottrina tedesca, un diritto riflessivo, capace di apprendere e prendere la vaghezza sul serio: non problema da rimuovere per via interpretativa, ma luogo critico di produzione normativa autonoma, mediata dall'operare incessante dei processi di costituzionalizzazione. Anche in tal caso la dimensione storica mostra quanto nel Novecento la resistenza all'integrazione giuridica dei processi di apprendimento dai conflitti sociali abbia nuociuto al diritto civile, paralizzandolo in una comprensione di sé quale matematica formale. L'apprendimento costituzionale rimuove il comodo paradigma dell'apparenza delle certezze.