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L'evoluzione delle tecnologie per raccogliere dati, elaborarli, estrarre conoscenze predittive ed adottare decisioni correlate - riferita a fattispecie caratterizzate da grande quantità dei dati elaborati, dalla loro varietà e dalla velocità con cui muta continuamente la loro «combinazione» in vista delle finalità più varie (tutti caratteri che connotano il fenomeno dei c.d. Big Data) - pone problemi etico-sociali e giuridici di grande complessità (fra gli altri, l'individuazione dei soggetti che utilizzano i dati, i rischi connessi alla «profilazione» degli utenti, la tendenza al formarsi sul mercato di situazioni di oligopolio, l' accesso fraudolento e/o abusivo a dati sensibili, l' utilizzo di piattaforme di intelligenza artificiale per orientare comportamenti politici e sociali). A fronte all'ampiezza del processo di c.d. datafication si accentua - d'altra parte - e assume forme sempre più pervasive (ma anche difficili da individuare e contrastare) lo sfruttamento della debolezza strutturale degli utenti, spesso indotti, attraverso la promessa di ottenere gratuitamente l'accesso a «servizi» di vario genere, a consentire al trattamento dei propri dati, sistematicamente raccolti e poi «messi a disposizione» di operatori economici (ma non solo) che li utilizzeranno per gli scopi più vari. Muovendo da tali considerazioni, il volume analizza le nuove coordinate del trattamento dei dati personali, evidenziando in particolare i limiti di una protezione basata solo sull'acquisizione del consenso - a fronte dell'asimmetria di conoscenza, di consapevolezza e di potere fra i diversi attori di tale processo - e la necessità di un rafforzamento della tutela con interventi che - piuttosto che muoversi (solo) nella prospettiva del singolo atto - regolamentino e sottopongano a controllo l'attività complessiva delle piattaforme che raccolgono ed elaborano i Big Data.