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1099. Era una sera di giugno quando, all'inizio di un'estate inevitabilmente torrida e alla fine di un percorso intrapreso tre anni prima, i crociati cominciarono a prendere d'assalto Gerusalemme. Gerardo stava in città. Da ospedaliere, svolgeva le sue mansioni nel monastero amalfitano di Santa Maria dei Latini, e faceva quel che poteva, con le poche risorse a disposizione per i molti ospiti, poveri, malati e pellegrini. All'indomani della conquista, divenne fondatore e rettore di un'istituzione, figlia del monachesimo benedettino, resasi indipendente per andare incontro alle esigenze nuove della mobilità devozionale. L'Ospedale accumulò privilegi e da subito numerose donazioni, sia in Oriente che in Occidente. Gerardo fu, di fatto, il primo gran maestro dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, detto poi di Rodi, infine di Malta, nel tempo coerentemente votato a una duplice missione, da un lato la difesa della cristianità, dall'altro la finalità assistenziale che è la vera cifra identitaria degli Ospedalieri. «Il libro contestualizza in modo eccellente il cambiamento e i caratteri di questa nuova istituzione e così facendo getta nuova luce su un Ordine del quale molto sapevamo per i secoli successivi, ma poco circa le origini» (dalla Prefazione di F. Cardini).