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La tassazione dei proventi illeciti è, da sempre, un tema molto dibattuto. Nel presente volume si è esaminato, preliminarmente, l'iter che ha preceduto la legge n. 537 del 24 dicembre 1993, con cui è stato introdotto il principio di tassazione dei proventi da attività o fatti illeciti, a condizione che non fosse già intervenuto un provvedimento ablatorio ovvero il sequestro o la confisca. Si è analizzato l'obbligo di dichiarare i proventi illeciti alla luce del principio nemo tenetur se detegere nonché la previsione per cui, in caso di violazione che comporti un obbligo di denuncia ai sensi dell'art. 331 c.p.p. per qualsiasi reato da cui possa derivare un provento o vantaggio illecito, anche indiretto, le competenti autorità inquirenti devono darne immediatamente notizia all'AdE, che procederà all'accertamento. Ci si è, poi, soffermati sulla possibilità di considerare componenti negativi di reddito, e pertanto deducibili, gli esborsi collegati alla commissione di un illecito. Infine, tenuto conto che l'individuazione di un provento illecito genera conseguenze sia di natura penale che di natura tributaria, sono stati approfonditi i risvolti in fase processuale.