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Il volume "Utopie concrete" propone nove saggi di storia della cultura e del pensiero politico incentrati sul rapporto dialettico fra utopia e realtà. Nell'intenzione di risarcire il significato dell'utopia dall'ipoteca del non-luogo e dell'estraneità alla storia, viene qui discusso e problematizzato il valore concreto di ogni sistema utopico, in quanto rappresentazione di una realtà alternativa a quella data, e ai suoi equilibri rigidi fra conoscenza e potere. Replicando all'archetipo rarefatto dell'utopia di Thomas More, in queste pagine emerge sia la straordinaria forza progettuale e argomentativa, sia la carica innovativa di modelli teorici, metodologici e interpretativi dell'universo utopico, intervenuti sul piano concettuale e dell'immaginario fra la modernità dispiegata e la seconda metà del Novecento. L'utopia non viene presentata, dunque, come una opzione rispetto alla scienza, ma come la proiezione dell'ideale alla politica, che oscilla fra il progetto della riforma, del rinnovamento, e l'aspirazione al progresso sociale, alla trasformazione dei sistemi delle relazioni umane.