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La voce di Hubert Crackanthorpe (1870-1896), scrittore tardo-vittoriano morto suicida a soli ventisei anni, risuona in queste pagine con gelida e implacabile naturalezza. I cinque racconti inseriti nella raccolta "Wreckage"(1893), per la prima volta proposti al lettore italiano in una traduzione che rispetta i valori timbrici e le modulazioni ritmiche della scrittura, ritraggono un'umanità degradata, cui non è concessa alcuna redenzione. Attraverso la combinazione di procedure naturalistiche e impulsi decadenti, Crackanthorpe scruta nitidamente, con umorismo sottile, nella terra desolata dei legami, dei desideri e dei disamori che tramano l'esistenza quotidiana, in un quadro storico e sociale contraddistinto dalla crisi dei miti della scienza e del progresso. Lo scenario nel quale si muovono i personaggi è uno spazio metropolitano degradato, "a territory of immanent breakdown", luogo abitato da individui che testimoniano il proprio disagio attraverso sintomi patologici: attacchi di collera, stati di prostrazione psico-fisica, isolamento ai limiti della misantropia, scelte autodistruttive e impulsi suicidi, le cui cause sembrano oscillare tra il determinismo biologico e la contaminazione socio-ambientale.