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A quasi quarant'anni dall'entrata in vigore della Riforma del diritto di famiglia, la comunione legale continua a sollevare molteplici incertezze legate, soprattutto, alla individuazione delle attività suscettibili di inclusione nell'alveo della comunione, nel quale si innesta l'acquisto delle partecipazioni sociali. Il tessuto normativo del 1975 non è stato di grosso giovamento, anche se sulle disposizioni del diritto di famiglia è intervenuto un notevole lavoro esegetico, in parte ostacolato dal linguaggio legislativo spesso impreciso e compendioso. In particolare, la mancanza di previsione normativa, in relazione alla sorte delle partecipazioni sociali da acquistare, ostacola l'operatività della comunione stessa e legittima forzature interpretative giustificate dall'esigenza di un risultato da perseguire.