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La crisi internazionale ha prodotto effetti asimmetrici sull'economia italiana, penalizzando maggiormente il Mezzogiorno e le sue attività industriali, tanto da far paventare il rischio di una desertificazione o erosione della base manifatturiera meridionale. Particolarmente grave appare la situazione del tessuto produttivo meridionale, polarizzato tra poche grandi imprese e molte piccole imprese, che la crisi pone di fronte a due possibili strategie di uscita: mettersi in rete per affrontare mercati extra-europei, innovando e puntando sulla qualità dei prodotti, oppure insistere su di una competitività di prezzo da raggiungere anche ricorrendo al mancato rispetto delle normative fiscali, contributive, di sicurezza sul lavoro, di rispetto dell'ambiente. Contrariamente a quanto avviene nei maggiori Paesi avanzati, l'Italia manca di un'efficace politica industriale che riesca a rilanciare la manifattura, innovandola e puntando ad una sua riconversione green e sostenibile.