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La teoria del diritto degli ultimi decenni si è sviluppata a partire da una rinnovata riflessione sulla categoria dei principi del diritto. Questi sono stati così contrapposti alle "regole", e considerati come portatori di densi ed intensi contenuti normativi, tali da sconfinare nella sfera dei valori e criteri morali. Ciò metterebbe in scacco il positivismo giuridico, arroccato com'è in una rigida separazione di diritto e morale. E si riaprirebbe l'attenzione per un'argomentazione giuridica non più stretta nell'alternativa secca tra deduzione o interpretazione letterale o intenzionale e decisione o discrezione. È questa, com'è noto, la strada battuta da due dei maggiori giusfilosofi di questi ultimi anni, Ronald Dworkin e Robert Alexy. Larry Alexander (con Kenneth Kress) è avverso ad imboccare questa pista. E si presenta alla ribalta del dibattito come uno dei più intransigenti e raffinati critici della nozione dei principi giuridici come categoria autonomamente significativa.