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La disamina della più significativa produzione di Francesco De Sanctis, ai fini del rilevamento dei principali concetti estetici e critici, è stata compiuta alla luce del pensiero filosofico di uno dei nostri maggiori pedagogisti meridionali, il galatinese Pietro Siciliani. Questi, difatti, nell'opera "La critica nella filosofia zoologica del XIX secolo" (1876), nella quale faceva intervenire sia scienziati che letterati sulle teorie biologiche dell'Ottocento, si poneva quale primo interprete della critica dell'irpino, accertandone la posizione antihegeliana sulla base dell'origine vichiana del suo storicismo critico. Il suo presupposto consisteva nella innovativa definizione del concetto di spirito, mediante la sostituzione del principio hegeliano della "natura riflesso dell'idea" con quello della "natura viva per se stessa", in cui il filosofo di Galatina identificava il dinamismo psichico della "mens" vichiana, ovvero quell'"io" sempre in evoluzione da cui si sviluppava la personalità.