Tab Article
Gli anniversari spesso ci offrono il pretesto per realizzare delle passioni. E di passione non è fuori luogo parlare a proposito di Andrea De Chirico, che tra il 1910 e il 1915, durante la sua prima permanenza a Parigi, diventa Alberto Savinio (Atene, 1891 - Roma, 1952), definito da Leonardo Sciascia "il più grande scrittore italiano tra le due guerre": certamente uno degli autori più lucidi ma al tempo stesso più pirotecnici della nostra letteratura. A sessant'anni dalla sua scomparsa abbiamo voluto riunire intorno alla sua memoria un gruppo di studiosi, tra cui molti giovani, in una città, Napoli, che del resto con Savinio ha intrattenuto un rapporto non marginale, a cominciare dal viaggio di nozze nel 1926, con arrivo al porto e soggiorno a Capri, descritto epicamente in articoli raccolti in un libretto postumo, alla visita al Museo Nazionale per guardare le pitture pompeiane nel 1946, fino alle meravigliose dieci tempere commissionate dalla Società di Navigazione Tirrenia per la sede di palazzo Sirignano negli anni Quaranta (dipinti quasi sconosciuti e di recente andati all'asta) e al partecipe interesse di un grande maestro come Salvatore Battaglia per la sua opera letteraria.