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Gli Stati Uniti posero le basi della loro potenza di dimensioni mondiali tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, durante le presidenze di William McKinley e Theodore Roosevelt. Con la guerra contro la Spagna del 1898 e la conquista delle Filippine e di Guam, con l'annessione delle Hawaii e il forte interessamento all'assetto dell'impero cinese, con la nuova interpretazione della Dottrina Monroe e l'inizio dei lavori di scavo del canale di Panama, con l'estensione del loro apparato militare e dei loro commerci, gli Stati Uniti dimostrarono alle altre nazioni che ormai ogni angolo del pianeta non sarebbe più sfuggito alla loro influenza. E l'Italia, che inviava peraltro ogni anno oltreoceano decine di migliaia di suoi emigranti, come reagì a questa politica di Washington? Questo libro cerca di rispondere a tale interrogativo, analizzando in particolare le riflessioni e le azioni dei diplomatici italiani.