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La sistematica scaturente dalla giustapposizione tra interessi pubblici ed interessi privati rinviene un peculiare punto di osservazione nello studio del recesso dal contratto di appalto. I più consolidati orientamenti dogmatici propongono ricostruzioni dello statuto normativo del recesso indirizzate ad assegnare all'istituto il rango di diritto potestativo, sottratto a qualsivoglia forma di sindacato. Un indirizzo ermeneutico orientato a valorizzare la dialettica fatto norma sollecita, tuttavia, a dubitare della persuasività dell'affermazione, con particolare riguardo alle fattispecie di appalto pubblico. La stretta connessione tra gli interessi e i poteri a questi dedicati, reclama in tale ambito la centralità della tutela dell'interesse pubblico, la quale impone di superare le strettoie indotte da un'esegesi meramente letterale dell'art. 134 del d.lgs. n. 163 del 2006 e invoca forme di controllo, assistite da poteri di invalidazione, in ordine alla legittimità delle determinazioni del "potere pubblico".