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Questo saggio non si pone lo scopo di ripercorrere il dibattito bioetico che si è svolto e clic si svolge, senza soluzione di continuità, tra i sostenitori della qualità della vita e i sostenitori della santità della vita. Esso, piuttosto, cerca di comprendere le ragioni che hanno indotto due tra i più importanti "legal and moral philosophers" contemporanei ad affermare il valore intrinseco della vita umana. John M. Finnis e Ronald Dworkin sostengono entrambi che "la vita umana è sacra", ma assegnano al predicato "è sacra" un significato non religioso, bensì laico e secolare, nel senso che attribuiscono alla vita umana un valore inviolabile ed irrinunciabile. Eppure, nonostante questa premessa assiologica che li accomuna, i due filosofi finiscono per giustificare in modo opposto le scelte in campo bioetico. Ad avviso di Finnis, il valore inviolabile del bene fondamentale della vita comporta l'illiceità del suicidio, dell'aborto, della fecondazione assistita e dell'eutanasia.