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I fenomeni della "privatizzazione" e "democratizzazione" dell'attività pubblica, nonché la recente costituzionalizzazione della "sussidiarietà orizzontale", inducono a ripensare le forme di esercizio del potere discrezionale. Accanto agli schemi classici si stagliano nuovi paradigmi - a struttura anche bilaterale - di cura e realizzazione dell'interesse pubblico. Sorge, dunque, il complesso problema di come governare i nuovi moduli convenzionali della p.a. soprattutto in termini di disciplina agli stessi concretamente applicabile. L'idea di fondo è che il metodo sistematico ed assiologico debba condurre di volta in volta, anche alla luce della recente riforma del 2005, a sottoporre gli accordi tra privati e p.a. al tipo di normativa maggiormente adeguata agli interessi in gioco e compatibile con la peculiare natura dell'interesse pubblico da realizzare nel caso concreto: si profila, così, un possibile concorso applicativo di princìpi italo-comunitari, regole di "diritto privato", "ordinamento civile" e "diritto privato regionale".