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Il libro ripercorre criticamente, attraverso l'analisi della documentazione inedita conservata presso gli archivi del Ministero della Cultura, gli interventi di restauro diretti o promossi dalla Soprintendenza di Roma negli anni Trenta del Novecento, con la guida del Soprintendente Alberto Terenzio (1928-1952). Il tema viene affrontato contestualizzando le scelte operative all'interno di un dibattito molto ampio sulle questioni legate alla tutela, analizzando l'operato dei funzionari dell'Ufficio che contribuiscono all'evoluzione della dottrina del restauro con un continuo confronto fra teoria e prassi. Il ruolo svolto in quegli anni dal Soprintendente e dai suoi collaboratori costituisce, ancora oggi, un esempio per un'azione non meramente burocratica ma culturale, che il Ministero deve sostenere all'interno della società, con la collaborazione e circolarità virtuosa fra tecnico, accademico e politico.