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Non è il solito romanzo sul duro lavoro di un medico in missione ma qualcosa di più. È un racconto scritto in prima persona che ripercorre i passi compiuti da uno dei protagonisti che ha realizzato con tenacia e perseveranza uno dei più importanti programmi di cura per combattere l'Aids in Africa. L'originalità di questo angiologo romano è nel raccontare un'Africa concreta, reale, con il suo fascino e la sua miseria, usando uno stile leggero e sempre con una vena ironica che rende la lettura scorrevole e mai banale. È un diario di viaggio che inizia in Mozambico, attraversa la Tanzania e termina in Africania, paese simbolico e concreto insieme, specchio di un'Africa dalle tante contraddizioni. Con l'autore siamo condotti dalle grandi capitali africane a villaggi lontani, tutt'oggi sconosciuti. Il libro di Bartolo è l'emblema di quello che può fare una persona normale quando è animato da un disegno umanitario. L'autore, riga dopo riga, accumula fallimenti, dinieghi, dietrofront e talvolta rimane intrappolato in una tela vertiginosa di pastoie burocratiche. Eppure, proprio imparando a superare le "inutilità" di alcune richieste della burocrazia, si renderà sempre più utile e i risultati saranno sorprendenti: migliaia di uomini, donne, bambini che risorgono alla vita e che testimoniano che l'Aids non è più una condanna.