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Sul limite artificiale tra acqua e terra affiora un'architettura doppia, una opposizione di forme che rimandano alle due condizioni: solido/fluido, artificiale/naturale. Non si tratta solamente di una operazione compositiva fatta di contrasti tra forme dissonanti o di una opposizione di materie, ma di una voluta ambiguità all'interno del procedimento progettuale, che rispecchia un'opposizione mai sopita nell'evoluzione del Movimento Moderno. La compresenza e lo scontro tra un sistema fatto di figure preordinate, tipologie, solidi estrusi, geometrie euclidee, e un ordine evolutivo naturale, rappresenta la transizione verso un'estetica del movimento, della trasformazione in funzione del tempo.