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L'autrice sviluppa un'analisi del metodo teatrale fondato da Augusto Boal intrecciando elementi autobiografici all'approfondimento di teoria e prassi. Il libro propone una riflessione - coerente e accessibile - sui concetti che sono alla base del metodo in connessione con i progressi e le sfide della sua stessa evoluzione. Gli elementi teorici si alternano ad esempi pratici per contestualizzare le tematiche e illuminare le dimensioni etica, politica e pedagogica coinvolte nell'applicazione. Grazie al racconto dell'esperienza di vita e di ricerca dell'autrice, in cui il Teatro dell'Oppresso rappresenta il dispositivo privilegiato di investigazione e di comprensione della realtà, il libro consente di accedere al profondo significato del teatro di Boal inteso quale contesto di conoscenza collettiva capace di tenere insieme dimensione estetica, politica e filosofica.