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Le Symbolicae Quaestiones di Achille Bocchi (Bologna 1555) si distinguono nel panorama dell'emblematica cinquecentesca per il ruolo dell'apparato figurativo. Le immagini veicolano i concetti dibattuti nell'Accademia Bocchiana, che negli anni bolognesi del Concilio diviene crocevia dei rapporti culturali tra Bologna e l'Europa. Cultore di antiquaria e amante della varietas, per questa importante intrapresa editoriale Bocchi si avvale di invenzioni di artisti di prima grandezza quali Prospero Fontana, Giulio Bonasone e Nicolò dell'Abate. Ancor prima di essere incisi in rame da Bonasone, i simboli dialogano con i cicli decorativi dei palazzi Poggi e Torfanini, segnalando il successo dei temi discussi all'interno del circolo tollerante e irenico che si riunisce intorno all'umanista bolognese.