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Fin dall'età giovanile, sotto il titolo di Mes Pensées, Montesquieu annotò meticolosamente, redasse estratti, accumulò appunti, fissò schemi e idee che solo in parte utilizzò nei suoi celeberrimi scritti a stampa. Pubblicate per la prima volta a cavallo tra il XIX e il XX secolo, esse conobbero un enorme successo soprattutto grazie al florilegio tematico apparso nel 1941 col titolo di Cahiers (1716-1755) (Paris, Grasset). È questo il testo che il grande letterato e partigiano Leone Ginzburg (1909-1944) tradusse e pubblicò presso la casa editrice Einaudi nel 1943, intitolandolo Riflessioni e pensieri inediti, e che qui si ripropone. Forse più di qualunque altra sua opera, le Pensées attestano la profondità e l'ampiezza della meditazione di Montesquieu sulle miserie e gli splendori dell'humana condicio, nonché il suo straordinario acume nel suggerire agli uomini possibili vie d'uscita - in primo luogo, la moderazione - ai dilemmi che quotidianamente li assillano a tutti i livelli.