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Quel che oggi chiamiamo arte primitiva ha affascinato l'Occidente sin dal tempo delle grandi scoperte geografiche. Nel Rinascimento i manufatti esotici, provenienti dall'Africa fin dalla seconda metà del Quattrocento ed in seguito dalle Nuove Indie, suscitavano incanto e meraviglia: oggi si inaugurano nuovi musei ad essi dedicati, e le aste di arte primitiva registrano valori inusitati. Il libro ripercorre le tracce di questa storia, che è storia dell'appropriazione, della ricezione e della fruizione (in una parola, del consumo) degli artefatti esotici in Occidente. Al tempo stesso, illumina il tentativo di distanziare gli Altri da Noi, respingendoli in un esotico funzionale alla mercificazione non solo della loro arte e artigianato, ma delle loro stesse culture.