Tab Article
Nel marasma della Città eterna, tra "la grande bellezza" e "la grande sconcezza", c'è Igor, il clochard che rappresenta le contraddizioni della Roma contemporanea e che racchiude tutte le sue caratteristiche. Un invisibile, che suscita la curiosità del narratore, coinvolto - suo malgrado - in una vicenda dalle tinte fosche e più grande di lui. In tutto questo, il narratore è un co-protagonista in ombra, che, come uno scultore, pazientemente e con curiosità, libera la "materia", cioè la coscienza di Igor, dalla diffidenza e dal cinismo, per riesumare una vicenda che non solo è il perno del suo destino, bensì, metaforicamente, lo snodo cruciale di molte esistenze e, di riflesso, di una delle tante paradossali vicissitudini della Città eterna. Riproduzione a richiesta.