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Dalla Sicilia avevo portato al mio nipotino Luca, di quattro anni, dei pupi siciliani. Li aveva osservati con attenzione e poi mi aveva chiesto: "Chi sono questi uomini? Che cosa sono quegli affari che hanno sul petto e sulle gambe? Perché portano quell'elmo con un grande ciuffo? Perché sono appesi a un filo? Sembrano dei robot!". "No, non sono robot. Sono pupi che rappresentano antichi guerrieri, paladini. E portano sul petto armature e sulle gambe schinieri per difendersi dai loro nemici. E sono attaccati a un filo perché sono burattini. Una volta, tanto tempo fa, non c'era né televisione, né il cinema e neppure i libretti illustrati per divertire i bambini. Uomini molto bravi chiamati burattinai andavano di villaggio in villaggio, di città in città per divertire grandi e bambini con i loro pupi che muovevano con quei fili. E siccome i burattini non parlano, essi parlavano per loro e raccontavano le meravigliose avventure dei paladini di Francia e soprattutto quelle del più forte e del più coraggioso di tutti, Orlando". "Ma chi era Orlando? Dimmi chi era!". E così ho incominciato a narrare la storia di Orlando e vi ho aggiunto altri racconti.