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Ursula Barbieri, figlia del fu maestro Bartolomeo Barbieri, è arrestata assieme alla madre Agnesina, la mattina del 18 ottobre 1455, dai militi del podestà. Si è diffusa, infatti, la "voce" che la donna, dopo aver partorito un bimbo, lo abbia ucciso occultandone il corpo. Nel cortile della sua casa, in una fossa, i militi del podestà troveranno il cadavere di un neonato con evidenti segni di strangolamento. Ursula cercherà di difendersi dicendo di aver soffocato il bambino accidentalmente; tuttavia dopo una lunga agonia fatta di duri interrogatori e torture, scandita dall'ammonimento continuo che il podestà conosce bene tutta la verità, alla fine, confesserà di aver ucciso il figlio appena nato. Di lei ci rimane un processo: la storia, da lei stessa raccontata, del suo parto e dell'omicidio del bambino. In un processo dai serrati toni inquisitori che nel suo svolgersi acquisterà quasi i tratti di un processo per stregoneria, fedele compagna di Ursula sarà la tortura che l'accompagnerà fino alla confessione pubblica del delitto.