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Per la prima volta vengono pubblicati in questo libro tutti i documenti originali della vasta polemica pubblica scatenatasi nel 1907 tra clericali e anticlericali per l'edificazione sul Monte Massaro dell'obelisco dedicato a Fra Dolcino. Sono documenti preziosi che non solo forniscono un quadro esauriente del clima culturale dell'epoca, ma anche aiutano a considerare la tradizione dolciniana come uno specifico ambito di studi, un ambito ben diverso rispetto alla storia del "perfidus heresiarcha" e del movimento "apostolico" di cui egli fu il capo dal 1300 al 1307, anno del rogo suo, di Margherita da Trento e Longino Cattaneo. Ne emerge quella "damnatio memoriae" che ha travisato, mistificato e falsificato la storia per tanti secoli, e che in parte continua a farlo nel nostro tempo, come dimostrano le polemiche di Novara, Vercelli e Varallo ai giorni nostri, di cui si dà conto nella seconda parte. Questo lavoro, presentando una memoria divisa e antagonista, è un invito a tener conto delle nuove acquisizioni storiografiche che hanno definitivamente lacerato il pesante velo dell'ideologia, riportando finalmente Dolcino dal mito alla storia: un cristiano e un cristianesimo dai tratti profondamente diversi da quelli del clero e del cristianesimo di Roma, nella cui specificità risiedono plurimi motivi di notevole interesse storiografico e religioso anche per la modernità.