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Corrado Rizza sceglie il Piper, storico locale romano, attivo dal 1965 come discoteca, sala da concerto, ritrovo per i giovani. Il volume, quasi interamente fotografico, rivela una straordinaria essenza da "archeologia del modernariato" con un audace incredibile accostamento di testi e fotografie di cui s'ignorava l'esistenza. II Piper per intere generazioni ha rappresentato un luogo mitico, un sogno a occhi aperti. Tanti giovani si sono formati musicalmente proprio attraverso l'ascolto dei gruppi musicali del "beat italiano", che si sono esibiti al Piper Club di Roma; rock band ante litteram che si vestivano con le camicie a fiori, si lasciavano crescere i capelli fino alle spalle, si esibivano con i Farfisa, le Fender Stratocaster, gli amplificatori Davoli, si agitavano sul palcoscenico come forsennati. A complessini beat si aggiungevano bellissime ragazze in minigonna, nude look o pantaloni a vita bassa, il gioco era fatto. Perché il Piper era anche questo, il più classico degli abbinamenti giovanili: una miscela esplosiva di sesso e rock and roll.