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"Tutto quello che ho scritto sono ricordi che neanche il tempo potrà mai cancellare, perché vissuti direttamente dal sottoscritto in tempi molto duri. Si può credere o non credere, non è obbligatorio, però era la guerra, già la guerra. Bruttissima parola per chi doveva convivere con lei ed essere soprattutto protagonista e sopportare le conseguenze e l'umiliazione della prigionia. Io fui uno di quelli considerati superfortunati perché, oltre ad essere scampato alla morte, ritornai a casa sano, fortuna che non ebbero centinaia di migliaia di altri giovani come me."