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L'interpretazione della natura umana che ci offrono di solito i neurologi e in genere gli studiosi di neuroscienze rimane circoscritta alla dimensione indagabile con la loro metodologia che è specificamente quella del materialismo riduttivo. Essi pertanto analizzano l'uomo come una macchina animale nella quale ritengono che si possa produrre anche la coscienza cognitiva e morale, una volta che s'immagini di risalire dalle reti neurali connessionistiche artificiali fatte di alcune centinaia di neuroni (di silicio) a quelle di miliardi e miliardi di neuroni (di carbonio) del cervello umano che richiederebbero di occupare tutto lo spazio cosmico. L'autore, partendo dalla sua visuale di medico neurologo, analizza le ragioni che portano a riconoscere nell'uomo anche una natura metafisica e passa in rassegna le principali teorie filosofiche che negano tale dimensione metafisica, a cominciare dal materialismo riduttivo al relativismo e nichilismo, mostrandone i limiti e le incongruenze.