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Al crocicchio del Cordusio, una piccola bara bianca, accompagnata al cimitero, fa arrestare un omnibus pieno dei piccoli allievi del Pio Istituto dei Rachitici che si affacciano a guardare; a De Marchi, che osserva con tenerezza la scena, tocca di sorbirsi mortificato le considerazioni di un "loico" passante sulla Natura, che manda la buona morte" a portare vai "le creature impossibili", e sulla "filantropia e la scienza che non possono che essere una brutta Errata-corrige nel libro della vita". Con il ricordo di questa scena e il richiamo a quella Filosofia del cuore", cui De Marchi aderì con impegno costante, si aprono "Le quattro stagioni". Riproduzione a richiesta dell'edizione: Cooperativa Editrice Italiana, 1892.