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Un percorso che prosegue e che non devia in maniera particolarmente marcata dai passi già dati: ci si muove ancora - seppure con tonalità diverse - tra echi più o meno lontani (non sempre percettibili) di visioni dylaniane, episodi biblici, antichità classiche, lirici italiani del novecento. La scrittura tende a condensarsi; ma la stringatezza non inganni. Non si tratta infatti di testi, per utilizzare una categoria veronelliana, di pronta beva: questo volumetto non può - forse non deve - essere assunto tutto d'un fiato, bensì assaporato - senza fretta - un po' per volta. E, poi, lasciato andare "Come aria nel vento".