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Oggi si parla di riscoperta della tavola: corsi di cucina, enogastroturismo, il biologico e la macrobiotica, i foodie, i cuochi stellati in televisione. Nella mia famiglia la cultura del cibo c'è sempre stata. Per me quindi non c'è stata alcuna riscoperta: sono stato anche fortunato, con un mangiare sempre semplice e genuino e vino sincero. Ma il cibo in casa era un attore non protagonista: chi contava era altro, ovvero le persone. Non c'era la televisione in cucina, per scelta dei miei genitori: così a pranzo e a cena si parlava del più e del meno, si faceva un resoconto della giornata: scuola, aneddoti, programmi e commenti vari. Oggi, quando torno in Versilia, chiedo a mia mamma di preparare i piatti della tradizione e in quelle pietanze ritrovo gli odori e i sapori che mi riportano alle chiacchierate, alle discussioni, a tutto il mondo che ho vissuto con mio padre. E parlare a tavola di lui - e anche di quei cibi - ai miei figli o agli amici è un bel modo per sentirlo vicino e mi ha aiutato, a volte, a esorcizzare la tristezza di non averlo più fisicamente accanto.