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"Questo testo è nato nel solco di una tradizione decennale di una piccola località montana: Cetica in Casentino nella provincia di Arezzo. L'esigenza di rendere partecipe la gente del luogo nel giorno del venerdì santo ha portato a creare, come ogni anno, testo e musiche su un tema inerente Gesú di Nazareth per dar luogo a una commedia come veicolo di riflessione. La Morte (che si muove in queste pagine come vero e proprio personaggio) svela quanto ciascuna maschera cerchi inutilmente di nascondere il reale volto dell'umanità che si racconta nei nove quadri in cui è suddivisa l'opera contraddistinti dai volti di uno sconosciuto, di un soldato, dell'inquietudine, di una donna, di un uomo, di una prostituta, di un pagliaccio, di un morente e di un bambino. I vari protagonisti descrivono i tormenti con cui devono confrontarsi nella loro esistenza. La Morte, che 'compie semplicemente il destino della vita', sembra l'unica vincitrice dei drammi umani; ma alla fine, con la nascita di un bambino, deve arrendersi all'evidenza che la vita continua a scorrere anche dopo il suo passaggio" (dall'incipit della prefazione).