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All'inizio degli anni Trenta Guglielmo Marconi, nominato presidente del CNR per diretta volontà di Mussolini, recepì le richieste di rinnovamento della Fisica Terrestre avanzate dai settori più sensibili del mondo accademico e avviò la costituzione di un moderno Istituto Nazionale di Geofisica. L'Italia martoriata da ricorrenti crisi sismiche e vulcaniche necessitava di reti di sorveglianza più efficienti e di un ammodernamento degli studi: l'impresa fu affidata a un fisico affermato, Antonino Lo Surdo, che in pochi anni ebbe la capacità di mobilitare uomini e risorse per il raggiungimento dell'obiettivo. Basandosi sul ritrovamento di documenti inediti e sull'analisi di pubblicazioni dell'epoca, gli autori hanno ricostruito la storia di quest'impresa che si sviluppa negli stessi anni della scuola di fisica romana degli anni Trenta, coinvolgendo molti dei seguaci di Enrico Fermi.