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Scritta in dialetto, nella lingua della contrada di Cutusìu che i lettori hanno imparato a frequentare grazie ai versi di De Vita, e corredata della traduzione in italiano che egli stesso ne fa, "A ccanciu ri Maria" è la storia di un amore incompiuto, rimasto sospeso e poi riposto nella cassa profonda dei dispiaceri che ciascuno si porta dietro: l'amore tra Pietro e Maria, quella che si / volevano rubare / e presero invece in cambio la sorella. Al posto della sua innamorata, infatti, Pietro finisce col rapire Margherita, sorella di Maria, e attorno a questo scambio, di verso in verso, si tesse e si dispiega la storia paradossale di un'autentica beffa della vita che il protagonista-narratore stenta inizialmente a credere e di cui ricostruisce la trama. Con la consueta forza espressiva del suo linguaggio, procedendo in apparenti divagazioni che fanno tutt'uno col paesaggio e tutte convergono in dramma, Nino De Vita scrive qui una delle sue storie umanissime e indimenticabili.