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Pubblicato per la prima volta nel 1969 in un'edizione di diffusione ristretta, questo libro torna oggi al lettore come un nuovo esordio e testimonia nel modo più completo il talento narrativo di Giuseppe Fava. La forma del racconto breve e quella del diario vi si alternano passandosi il bandolo e il mistero delle "costanti umane" che ne attraversano temi, luoghi e personaggi: l'amore, la paura e, più di tutto, il grottesco. Echi della remota oralità dei 'cunti' s'intrecciano, in queste 'Pagine', all'asciutto realismo con cui la lingua colta e scabra di Fava racconta storie e creature di ordinaria bizzarria, ragioni e sentimenti di un universo 'gotico-solare'.