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Tom Phillips (Londra, 1937), è oggi tra gli artisti più importanti a livello internazionale, in grado di spaziare dalla scultura alla pittura, dalla grafica all'illustrazione, mostrando i segni di un talento versatile e acuto, pronto a dialogare con la storia contemporanea e la grande arte del passato e del presente. Formatosi come studioso di letteratura anglosassone, durante l'università a Oxford Phillips diviene presto assiduo frequentatore dei circoli culturali rivolti al teatro, alla musica e ai film. Nello stesso periodo studia disegno alla Ruskin School of Art e prende parte alle lezioni di Edgar Wind dedicate all'iconografia dell'arte rinascimentale. Altro snodo decisivo sono certamente le 'evening classes' tenute da Frank Auerbach alla Camberwell School of Art, una delle ultime scuole in cui è preminente il disegno dal vero. Autore anche di brani musicali presentati in numerosi festival internazionali, le sue opere sono conservate nei maggiori musei di tutto il mondo, tra cui la Tate Gallery, il British Museum e il Victoria and Albert Museum di Londra, il Museum of Modern Art di New York, il Philadelphia Museum. Nel corso degli anni gli sono state dedicate mostre personali a Londra, Parigi, New York, Rotterdam, Milano (solo per citarne alcune). Gli interventi di Phillips nel campo della letteratura hanno riguardato spesso un lavoro di ri-strutturazione e revisione critica di testi originali, come è accaduto nell'opera di autentica re-invenzione del romanzo vittoriano di W.H. Mallock, A Human Document, che nel risultato di A Humument offre una vertiginosa proiezione all'infinito di tutti i sensi possibili che un libro può acquisire attraverso la collaborazione fra codici visuali e codici letterari. Il lavoro dedicato all'Inferno, iniziato nel 1976, si pone l'obiettivo di sviluppare, attraverso 139 illustrazioni, un 'commento visivo' alle terzine dantesche, creando un ponte tra passato e presente, particolare e universale. Le immagini riprodotte in catalogo, tratte dalla sontuosa edizione del 1983, sono eccezionalmente presentate nella serie completa con commento, e sono state redatte con le più svariate tecniche (serigrafia, incisione, litografia, mezzatinta, ecc.), testimoniando la fervida vena creativa dell'artista. Fra i tratti distintivi dell'elaborazione di Phillips è facile notare quelli che sono stati considerati caratteri eminentemente postmodernisti, come il riuso citazionistico di opere celebri, oggetti di culto, icone della società di massa: l'artista elabora una sorta di affascinante atlante visivo del XX secolo, in cui ritagli di giornale e cartoline stanno accanto a celebri opere d'arte, dando vita a un affresco polifonico attraverso cui la Divina commedia, ancora una volta, assume significati nuovi e inaspettati.