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Il sesto appuntamento annuale con Architetture al Cubo è interamente dedicato all'architettura sacra, con particolare riferimento alle architetture visitate durante l'anno accademico 2019-2020. Il volume raccoglie i risultati delle visite svolte da docenti, ricercatori e, soprattutto, studenti con l'obiettivo di raccontare l'architettura sacra contemporanea. La letteratura ha già affrontato molte delle opere visitate, tuttavia, la possibilità di incrociare lo studio e la ricerca con le interviste e il racconto delle esperienze degli attori del processo edilizio che hanno preso parte al processo ideativo e/o costruttivo rimane una costante importante del carattere formativo di Architetture al Cubo. Questo consente agli studenti di legare il ricordo dello studio a un momento di approfondimento più intimo: tale caratteristica è ancor più significativa se la si rapporta alla visita e al racconto dell'architettura sacra. Al contempo, in questa monografia dal carattere peculiare, gli studenti sono stati stimolati alla maggiore interazione e, in alcuni casi, invitati ad appropriarsi dello spazio dell'intervista per proporre una riflessione personale. In questo senso, l'edizione 2019 di Architetture al Cubo, pur mantenendo invariato il format degli anni precedenti, punta a evolvere il proprio approccio già fortemente didattico, consentendo agli studenti coinvolti di condividere le proprie riflessioni e critiche. La curatela di Valerio Palmieri, professore e progettista, protagonista della stagione di rinnovamento delle architetture ecclesiastiche partita in concomitanza dell'ultimo Giubileo, è significativa proprio da questo punto di vista: essa consente di delineare la cornice di un quadro, non ancora storicizzato e, pertanto, denso di dubbi, modelli e metodi che possono essere analizzati senza essere stati ancora metabolizzati. La sesta edizione di Architetture al Cubo non restituisce il racconto delle chiese più belle o di quelle più importanti, ma si sofferma su esempi significativi con lo scopo didattico di insegnare che il pensiero è progetto prima del progetto.