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Il presente volume traccia un quadro dei profili strutturali e funzionali del contratto a favore di terzi, inserendoli in una cornice che, lungi dal porne in risalto solo le pur cospicue interpretazioni giurisprudenziali e dottrinarie, evidenzia l'indefettibile autonomia concettuale di un istituto che rappresenta una delle innovazioni testuali più rilevanti della codificazione del '42. Muovendo da un'analisi storico-comparatistica, in cui si intrecciano come in sapiente ordito le fonti romane e le correnti filosofiche del diritto, l'autrice ci conduce lungo la via del superamento del principio della relatività del contratto strettamente inteso, per approdare sulla sponda della piena cittadinanza nel nostro ordinamento del contratto a favore di terzi, nella teorica più complessiva dei negozi a favore di terzi e dell'esaltazione della libertà negoziale. In questa prospettiva, esprime ancora una nuova forza la categoria del negozio giuridico. Essa, spogliata di ogni dogmatismo e sovrastruttura astratta, è sempre pragmatica stella polare dell'ordinamento privatistico, tale da spiegare la centrale rilevanza della fattispecie negoziale in esame e piegarla in senso altamente proficuo a costituire la valida alternativa a strumenti, come il testamento, la cui rigidità non consente alle parti di dispiegare pienamente la propria autonomia dispositiva, anche in senso solidaristico e costituzionalmente orientato.