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Riallacciandosi alla prestigiosa tradizione sepolcrale greco-romana, Ausonio, poeta doctus quanto prolifico, negli "Epitaphia heroum" dedica ventisei carmi agli eroi morti nella guerra di Troia. Vi sono compresi non soltanto personaggi greci e troiani di grande rilievo, ma anche oscure e umbratili figure appartenenti ai contingenti troiani, così come alcune vittime imbelli, quali Ecuba e Polissena, o il piccolo Astianatte, travolti dai tragici effetti della caduta di Troia. Partendo dal testo dell'edizione Green, di quest'opera qui si propone una nuova traduzione e un commento, che intende valorizzare in particolare l'uso sapiente di un vastissimo repertorio letterario, in cui spicca la memoria capitale di Virgilio, manipolata con sofisticata "tecnica centonaria" e coadiuvata dal ricorso alla glossa corrispondente.