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Il libro di Mario Minarda affronta la questione delle contaminazioni stilistiche e formali tra lavorio critico e officina inventiva in Pirandello, riverberate sul versante della produzione novellistica. La ricerca costante di gure, temi, forme del discorso, attraverso cui valutare, sia a livello cronologico che intertestuale, l'incidenza delle esperienze teoriche nell'asistematica varietas delle novelle è, di fatto, l'orientamento seguito dall'autore. Se articoli, interventi su rivista, saggi accademici presentano situazioni di lettura non prive di gurazioni fantastiche e fabulazioni narrative, la prosa inventiva delle novelle pirandelliane è parimenti connotata da soluzioni formali quali l'autobiografismo, l'intensità dialettica, le biforcazioni metaletterarie, le modulazioni liriche con cui lo scrittore sviluppa un discorso umoristico, doppio. Matura così, in Pirandello, una riflessione profonda sulla scrittura e, al contempo, una prassi creativa costituita da ribaltamenti, sospensioni e paradossi, che svolgono un ruolo essenziale per esprimere dissonanze o discontinuità proprie della modernità novecentesca.