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Accanto alla moderna considerazione del vino come cooperante, in dosi moderate, al mantenimento della buona salute, il volume dimostra, attraverso ricette e rimedi risalenti talora ad Ippocrate ed ancora in uso nelle culture contadine, che nel'antichità classica il vino fu considerato anche un vero e proprio presidio terapeutico. Ripercorrendone la storia, il testo incrocia anche i pericoli connessi alle diffuse pratiche di sofisticazione. Le enigmatiche parole di Androcide, medico di Alessandro Magno, ricordano all'intemperante paziente che il vino, «sangue della terra», è anche «il più potente dei veleni».