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È possibile una "spontaneità malata"? È possibile, ovvero, pensare la malattia come una dinamica in continuità con il procedere spontaneo e armonico della natura? Félix Ravaisson, nel corso della sua produzione, sviluppata lungo il XIX secolo e situata tra filosofia, scienza medica e psicologia, ha cercato di rispondere a simili questioni. Attraverso un'analisi incentrata dapprima sul problema dell'abitudine, intesa come legge di regolazione del normale e del patologico nel corpo, poi sulla follia - in stretto rapporto con le ricerche neurologiche e psichiatriche di metà Ottocento -, Ravaisson è arrivato a tracciare un'immagine della malattia a metà tra disordine organico e disfunzionalità psichica.